Brindisi e il miracolo di Sant’Elia, il Palio urbano

Palio Urbano Sant'Elia 2025, la parata di Sant'Elia

La festa che ha trasformato un quartiere in una comunità. Tra arte, sport e legami, un miracolo laico di partecipazione collettiva

di Antonio Portolano

BRINDISI – Nel cuore di Brindisi, dove un tempo risuonavano soltanto silenzi e sirene, oggi esplodono colori, suoni e volti che si cercano, si ritrovano, si appartengono. A Sant’Elia, quartiere periferico e popolare, è successo qualcosa di straordinario. Un quartiere ha ricominciato a respirare. E lo ha fatto grazie a un evento che non è solo una manifestazione, ma un’esperienza trasformativa: il Palio Urbano di Sant’Elia.

È la quarta edizione e, ancora una volta, Sant’Elia ha stupito tutti. Non con fuochi d’artificio, ma con piccoli gesti, grandi visioni, legami reali. Non con un miracolo religioso, ma con un miracolo sociale. Perché qui, dove il tessuto urbano sembrava lacerato, si è cucita una nuova trama. E la stoffa è fatta di relazioni, partecipazione e bellezza.

Una ciclopasseggiata per aprire le danze

Tutto è cominciato il 17 maggio, quando le strade del quartiere si sono riempite di biciclette decorate, di bambini e adulti in festa. La ciclopasseggiata organizzata in collaborazione con l’associazione “La casa della bicicletta” ha rappresentato l’inizio simbolico di un viaggio. Un serpentone colorato ha attraversato Sant’Elia da Viale Caravaggio a Parco Buscicchio, restituendo alle strade la gioia di essere vissute, pedalate, celebrate. Un quartiere intero su due ruote. Una sfilata di orgoglio e bellezza.

Le biciclette, personalizzate nei giorni precedenti dai bambini durante i laboratori “Pimp my bike”, portavano i colori delle quattro contrade del Palio: Pavone, Lucertola, Delfino e Fenice. È stato il primo segno tangibile di quello che stava per accadere. Non solo un evento. Una vera rigenerazione urbana dal basso.

Tre giorni di emozioni, arte e gioco

Dal 23 al 25 maggio, Sant’Elia si è trasformata in un laboratorio a cielo aperto. Le contrade si sono sfidate in tornei sportivi, sfide culinarie, giochi improbabili, laboratori creativi e momenti di socialità intensa. Ogni piazza del quartiere è diventata il cuore pulsante di un microcosmo fatto di identità, ruoli e talenti condivisi.

Il 23 maggio, la spettacolare parata inaugurale ha incantato tutti. I carri in cartapesta realizzati dal maestro Deni Bianco, uno per ogni contrada e uno dedicato al quartiere, hanno sfilato tra ali di folla commossa. Una processione laica fatta di forme e colori, in cui la creatività ha incontrato la storia, e l’artigianato ha incontrato l’anima popolare del quartiere.

Poi, sabato 24 e domenica 25, lo sport è diventato occasione di alleanza, inclusione e gioia condivisa. Tornei di calcio, basket, volley, touch rugby e tiro con l’arco hanno animato le piazze, il playground del Parco Buscicchio e il centro sportivo polivalente. Ma la competizione non era il fine. Era un pretesto per vivere insieme, per tifare il vicino di casa, per scoprire nuove possibilità.

Il trionfo del Pavone, la vittoria della comunità

A vincere l’edizione 2025 è stata la contrada del Pavone. Un risultato che completa un ciclo simbolico: in quattro anni, hanno vinto tutte e quattro le contrade, segno che il vero vincitore è sempre stato il quartiere. Fenice nel 2022, Lucertola nel 2023, Delfino nel 2024 e ora Pavone nel 2025.

Questa rotazione non è casuale. È l’incarnazione perfetta del principio di equità che guida il Palio. Qui non si premia solo la forza o la tecnica, ma la correttezza, la solidarietà, l’inclusione. Il Palio è un gioco in cui la coesione conta più del risultato. Un gioco molto serio.

Il Festival delle Comunità Educanti

All’interno del programma, domenica 25 maggio, si è svolta la quarta edizione del Festival delle Comunità Educanti. Un momento alto di riflessione e scambio che ha portato a Brindisi esperienze virtuose da tutta Italia.

Tra gli ospiti: Gianluca Cantisani, presidente del Movimento di Volontariato Italiano, Natalia Pane di Calciosociale Roma, Andrea Mori fondatore della Libera Università del Gioco, insieme a operatori, docenti e dirigenti scolastici come Anastasia Luceri, Miriangela Sardella, Teresa Panunzio e Massimo Ciglio.

Il festival ha confermato che il Palio non è solo festa, ma anche cultura, educazione, cittadinanza attiva. È un luogo dove si riflette, si progetta, si sogna.

La comunità che costruisce futuro

Al centro di tutto, c’è Legami di Comunità, la cooperativa sociale che ha ideato e promosso il Palio, del suo infaticabile team. È grazie alla sua visione e al suo impegno infaticabile che questa trasformazione è stata possibile. Il nome stesso dice tutto: creare legami, costruire comunità. Una menzione particolare va a Daniele Guadalupi autentico propulsore di tutta la macchina organizzativa, generoso costruttore di ponti e relazioni umane.

Attorno a Legami di Comunità si è raccolta una rete straordinaria. La cooperativa sociale ImmaginAbile, Acli Brindisi, l’ASD Appia Rugby Puglia, l’Istituto Comprensivo Sant’Elia Commenda, le Parrocchie San Lorenzo da Brindisi e Cristo Salvatore, Arca Nord Salento, Arti Puglia nell’ambito della misura “Luoghi Comuni”. E poi ancora volontari, famiglie, bambini, insegnanti, educatori, cittadini. Tutti parte di un processo che è insieme partecipazione e rivoluzione.

Il Palio è sostenuto dai progetti “Non solo periferia” e “Scuole Aperte e Partecipate in rete”, selezionati da Con i Bambini per il “Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile”, e da “Sant’Elia Malatìa – Scuola Popolare di Teatro e Arti Urbane”, finanziato da Puglia Culture.

Un santo che non fa miracoli, ma li rende possibili

E poi c’è lui. Sant’Elia. Il santo laico venuto dallo spazio. Un’icona creata per gioco, diventata simbolo reale. Sant’Elia non è canonico. È tatuato, ironico, ospitale. Dice le cose come stanno. Non compie miracoli, ma li favorisce. La sua apparizione è un invito all’azione collettiva.

Lo si incontra nei murales, sulle vetrine, tra i rifiuti. È ovunque ci sia bisogno di un segnale. Di un incoraggiamento. È la metafora perfetta di un quartiere che ha deciso di salvarsi da solo, con dignità e coraggio.

Un’eredità che lascia il segno

Il Palio Urbano di Sant’Elia non è un evento da calendario. È un seme piantato nella terra. Un’idea che continua a germogliare. Un modo di vivere il quartiere che genera identità, orgoglio, partecipazione.

Dalla ciclopasseggiata alla cena finale, passando per tornei, parate, laboratori e riflessioni, ogni momento ha contribuito a scrivere una storia nuova. La storia di un quartiere che non vuole più essere periferia. Ma centro. Di attenzione. Di creatività. Di comunità.

E se oggi Sant’Elia sorride, è perché ha trovato il modo più bello per dirsi viva: giocare insieme.