Soleidon nasce a Brindisi, 100 assunzioni in cinque anni

Alessandro Monticelli e Marta Pisani svelano il modulo Soleidon

Monticelli: «Con la nostra tecnologia rendiamo energia pulita e acqua pura accessibili a tutti». Avviata la raccolta fondi per 7 milioni

di Antonio Portolano

Brindisi diventa la culla di una rivoluzione verde. Green Independence, startup cleantech nata per accelerare la transizione dai combustibili fossili, annuncia la volontà di creare un polo industriale per la produzione della tecnologia Soleidon. Un progetto da 20 milioni di euro in 4 anni e 100 nuovi posti di lavoro entro il 2029 da realizzare a Brindisi.

Uno stabilimento per il futuro, a Brindisi

«L’obiettivo è realizzare uno stabilimento a Brindisi con un investimento di circa 20 milioni di euro nei prossimi quattro anni e un’assunzione di circa 100 unità entro il quinto anno» ha dichiarato Alessandro Monticelli, fondatore, ceo e cto di Green Independence.

L’impianto sorgerà nella città dove la startup è nata e dove i due fondatori, Monticelli e Marta Pisani, hanno deciso di costruire un nuovo modello di impresa, sostenibile e locale, ma con una vocazione globale. La fabbrica ospiterà le linee per la produzione industriale della tecnologia NAL – New Artificial Leaf, a partire dal modulo Soleidon.

Si tratterà di un vero e proprio centro di eccellenza per l’innovazione energetica. Oltre alla produzione su larga scala dei pannelli, sarà sviluppata un’area dedicata alla prototipazione avanzata, test di certificazione e ottimizzazione della filiera. Il sito industriale rappresenterà un hub strategico per l’intera filiera dell’idrogeno verde, con l’obiettivo di generare sinergie con università, enti di ricerca, startup e imprese del territorio.

La roadmap industriale

Nel medio termine, la roadmap industriale prevede tre linee produttive operative entro il 2028, con una capacità di oltre 100 MW all’anno. Il processo produttivo sarà improntato all’efficienza e alla sostenibilità: verranno utilizzate fonti rinnovabili, economia circolare e materiali low-carbon.

Il piano occupazionale prevede 100 assunzioni dirette entro cinque anni, tra ingegneri, tecnici di produzione, esperti in energie rinnovabili e project manager. A queste si aggiungeranno centinaia di posti di lavoro indiretti legati all’indotto: fornitori, logistica, installatori, servizi, ricerca.

La localizzazione a Brindisi non è casuale. Il territorio è al centro di una trasformazione profonda, trainata dai nuovi obiettivi europei di decarbonizzazione. Secondo quanto emerso nel corso dell’evento, sono già 53 le manifestazioni di interesse attivate nella zona su progetti legati alla transizione energetica. Green Independence vuole inserirsi come catalizzatore e acceleratore di questo ecosistema, contribuendo a far nascere una filiera nazionale dell’idrogeno e della purificazione idrica decentralizzata.

Come ricordato da Monticelli: «Soleidon nasce a Brindisi, ma guarda al mondo. Con la nostra tecnologia vogliamo rendere l’energia pulita e l’acqua pura accessibili a tutti. Questo impianto sarà il punto di partenza per costruire un nuovo modello industriale, dove sostenibilità, innovazione e occupazione camminano insieme».

Soleidon, la foglia artificiale che produce energia, acqua e idrogeno

Una tecnologia ispirata alla natura che trasforma il sole e l’acqua in risorse pulite e accessibili. Il cuore dell’innovazione targata Green Independence è un pannello solare evoluto. Si chiama New Artificial Leaf (NAL) ed è una tecnologia multifunzionale ispirata al funzionamento delle foglie. Proprio come in natura, NAL sfrutta l’energia solare per attivare una serie di processi che generano valore.

All’interno della NAL c’è Soleidon, il primo modulo integrato capace di combinare tre funzionalità in un’unica unità: produzione di elettricità da fonte solare, purificazione o desalinizzazione dell’acqua e generazione di idrogeno verde a partire da acqua e luce.

Soleidon è progettato per essere installato ovunque: su tetti, in ambienti industriali, aree agricole o zone off-grid. La sua grande forza è l’autonomia. Il sistema è completamente indipendente dalla rete elettrica e lavora grazie all’energia catturata dal sole. È in grado di sfruttare fino a tre volte l’energia solare rispetto a un pannello tradizionale, grazie al riutilizzo intelligente del calore dissipato.

Il calore, invece di andare sprecato, viene incanalato per riscaldare e purificare l’acqua, rendendo il modulo adatto anche a contesti critici dal punto di vista idrico. Che si tratti di acque reflue o di mare, Soleidon è in grado di trasformarle in acqua potabile o tecnicamente utilizzabile.

La forza competitiva di Soleidon

A partire da questa acqua e dalla corrente generata, il sistema può anche produrre idrogeno verde a un costo competitivo di 1 euro al chilo, aprendo prospettive concrete per lo sviluppo dell’idrogeno distribuito e accessibile. Si tratta di un’innovazione con un impatto diretto su decarbonizzazione, scarsità idrica e autonomia energetica.

Durante l’evento di lancio, Marta Pisani ha spiegato la visione dell’azienda: «Con NAL vogliamo introdurre un cambio di paradigma nel settore delle energie rinnovabili, offrendo una soluzione innovativa per la produzione decentralizzata di energia pulita e acqua pura, in maniera indipendente dal carbon fossile. Questa tecnologia rappresenta un contributo concreto alla transizione energetica perché consentirà di supportare le aziende nel percorso di decarbonizzazione e affrontare sfide globali urgenti come l’intermittenza delle fonti rinnovabili e la scarsità idrica».

Una raccolta fondi da 7 milioni per accelerare la rivoluzione energetica

Con il round seed 2025 Green Independence punta alla produzione su larga scala, alla validazione della tecnologia e alla conquista del mercato. Per realizzare il proprio piano industriale, Green Independence ha avviato un nuovo round di finanziamenti da 7 milioni di euro. Si tratta di un Seed Round, che sarà completato nel corso del 2025, e che punta a completare lo sviluppo, certificare la tecnologia e avviare la produzione su scala industriale.

Il capitale servirà innanzitutto per completare lo sviluppo tecnico del modulo Soleidon. Le fasi finali di ricerca e sviluppo prevedono il perfezionamento dei sistemi integrati di purificazione e produzione di idrogeno, l’ottimizzazione per la scalabilità industriale e l’allineamento agli standard di qualità e sicurezza richiesti dal mercato globale.

Un’altra voce importante dell’investimento sarà l’implementazione di progetti pilota in ambienti reali. Green Independence prevede di avviare installazioni dimostrative in collaborazione con partner pubblici e privati per testare il funzionamento della tecnologia in diversi contesti: aree industriali, impianti di trattamento, comunità energetiche, territori con scarsità idrica. L’obiettivo è portare la tecnologia al TRL 8, cioè al livello di maturità industriale immediatamente precedente alla piena commercializzazione.

Una terza componente strategica dell’utilizzo dei fondi sarà la progettazione e realizzazione della prima linea produttiva dello stabilimento di Brindisi. Questo passo segnerà l’inizio della produzione su larga scala del modulo Soleidon, destinato a entrare nel mercato italiano ed europeo nei settori dell’energia, della desalinizzazione e dell’idrogeno.

La raccolta dei finanziamenti

L’apertura del Seed Round arriva dopo una prima fase di finanziamenti già conclusa con successo. Green Independence ha raccolto 2,5 milioni di euro grazie al supporto di investitori privati e fondi pubblici, tra cui strumenti regionali per l’innovazione e contributi per lo sviluppo di tecnologie green.

A questi si aggiunge la presentazione di una domanda per il bando PIA da 7,5 milioni di euro, in fase avanzata di istruttoria presso la Regione Puglia. Come spiegato da Antonio De Vito, direttore generale di Puglia Sviluppo, durante l’evento, la regione seguirà da vicino il progetto, sostenendone la crescita attraverso strumenti dedicati.

Durante la tavola rotonda sull’innovazione e il venture capital, hanno espresso il loro interesse anche Simone Valorani, head of strategy & operations di Scientifica VC, e Claudia Pingue, responsabile del Fondo Technology Transfer di CDP Venture Capital, sottolineando il potenziale di scalabilità e impatto della soluzione tecnologica presentata.

Green Independence è oggi in una posizione solida: ha un prototipo funzionante, una tecnologia brevettata, una rete di partner consolidata e una visione chiara. Il nuovo round di finanziamento rappresenta il passaggio decisivo verso il mercato.

Green Independence, la startup che vuole cambiare le regole dell’energia

Una visione industriale fondata su innovazione scalabile, accessibilità e impatto sociale. Green Independence è una startup cleantech italiana fondata da due giovani professionisti brindisini: Alessandro Monticelli e Marta Pisani. L’obiettivo della startup è contribuire alla decarbonizzazione industriale, affrontare la scarsità idrica e risolvere il problema dell’intermittenza delle fonti rinnovabili.

La missione dell’azienda è ambiziosa: rendere l’idrogeno verde competitivo e l’acqua pura accessibile, attraverso una tecnologia scalabile, decentralizzata e autonoma dalla rete. Una rivoluzione distribuita, fondata sulla replicabilità dei sistemi NAL in contesti diversi: aree industriali, territori rurali, paesi in via di sviluppo, comunità energetiche, impianti off-grid.

Il cuore dell’innovazione è proprio NAL – New Artificial Leaf, il pannello solare multifunzione che integra tre soluzioni in una: produzione di elettricità rinnovabile, purificazione dell’acqua e generazione di idrogeno verde. A differenza delle tecnologie tradizionali, NAL lavora senza necessità di collegamento alla rete elettrica. Utilizza il sole e l’acqua per creare energia, acqua e combustibile pulito, abbattendo i costi e rendendo sostenibili anche applicazioni in aree isolate o marginali.

Green Independence nasce con una forte vocazione tecnologica ma anche con una precisa direzione industriale. La startup ha infatti sviluppato internamente il modello di progettazione, prototipazione e test dei moduli, registrato brevetti sulla tecnologia NAL e costruito una rete di partner industriali e accademici per la validazione e l’industrializzazione del prodotto.

Il modello di business

Il modello di business prevede diverse linee di sviluppo: dalla vendita diretta dei moduli, alla licenza della tecnologia, fino alla realizzazione di impianti chiavi in mano per clienti pubblici e privati. L’approccio è modulare: ogni NAL è una foglia che lavora da sola, ma insieme ad altre può formare sistemi più complessi, adattabili a ogni contesto.

Oltre alla componente tecnologica, Green Independence punta sull’impatto sociale. L’obiettivo è generare occupazione qualificata, valorizzare competenze locali, creare filiere green e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Tutto questo partendo dal Sud Italia, con l’idea di trasformare Brindisi in un hub dell’energia pulita e dell’innovazione idrica.

Il team crede profondamente nel concetto di accessibilità: una tecnologia utile non è solo quella che funziona, ma quella che può essere riprodotta, installata e utilizzata facilmente. Per questo la startup lavora su efficienza energetica, bassi costi di produzione, standardizzazione dei componenti e facilità di manutenzione.

Green Independence rappresenta oggi uno degli esempi più avanzati di clean-tech ad alto impatto, nata in Italia ma pensata per rispondere a sfide globali.

Un team multidisciplinare e una rete di partner di eccellenza

Competenze trasversali e alleanze strategiche per costruire una filiera dell’energia pulita e dell’innovazione idrica. Alla guida di Green Independence c’è un team giovane ma con competenze consolidate nei settori dell’ingegneria, della sostenibilità, della supply chain, del marketing e dell’open innovation. La startup è guidata da Alessandro Monticelli, fondatore, ceo e cto, ingegnere industriale con esperienza nella gestione della supply chain e nell’industrializzazione di prodotti tecnologici. Accanto a lui, Marta Pisani, cofondatrice, coo e cmo, esperta in marketing strategico e comunicazione per le energie rinnovabili. Completa il team Federico Crespi, project coordinator, con competenze in economia e sostenibilità.

Sul fronte della prototipazione e dell’industrializzazione, Green Independence collabora con Athena Industry, rappresentata dal presidente Giovanni Mancassola. Fondamentale il supporto del CETMA – Centro di Ricerche Europeo di Tecnologie, Design e Materiali, con tre team coordinati dal general manager Marco Alvisi. Nella ricerca universitaria, tre gruppi del Politecnico di Torino – guidati dal prof. Domenico Ferrero, dalla PhD Maria Chiara Massaro e dal prof. Matteo Morciano – contribuiscono all’ottimizzazione della tecnologia Soleidon.

Tra i partner industriali c’è 3Motive, rappresentata dal ceo Ciro Barberio e dal business unit director Sebastiano Rossi, che parteciperà alla realizzazione dello stabilimento a Brindisi. Sul fronte istituzionale e finanziario, sostegno da Puglia Sviluppo con il direttore generale Antonio De Vito, e interesse espresso da Simone Valorani (Scientifica VC) e Claudia Pingue (CDP Venture Capital).

L’evento a Brindisi e le reazioni delle istituzioni

Unveiling the Future of Energy: Soleidon conquista politica, industria e ricerca. Ieri, Brindisi ha ospitato l’evento “Unveiling the Future of Energy”. Alessandro Monticelli ha presentato pubblicamente il funzionamento del modulo Soleidon, dimostrando la capacità di produrre energia, purificare acqua e generare idrogeno verde in un unico sistema autonomo.

Il ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha inviato un messaggio video. Erano presenti il deputato Mauro D’Attis, il prefetto Luigi Carnevale, l’assessore regionale Alessandro Delli Noci, il presidente della Provincia Antonio Matarrelli, il sindaco Giuseppe Marchionna e il presidente di Confindustria Brindisi Gabriele Menotti Lippolis.

Guido Saracco (Politecnico di Torino) e Giuseppe Rizzi (Acquedotto Pugliese) hanno parlato di scenari tecnologici legati a idrogeno e desalinizzazione. Gianna Elisa Berlingerio (Regione Puglia) e Stefania Crotta (Ministero dell’Ambiente) hanno discusso le strategie pubbliche per l’innovazione. Andrea Antenucci (Snam) ha raccontato il proof of concept condotto con Green Independence. Renzo Lusetti ha descritto il pilota con Elle Energy.

Verso un nuovo modello di energia distribuita e rigenerativa

Da Brindisi al mondo: Soleidon come infrastruttura modulare per un futuro decarbonizzato, idrico e resiliente. Green Independence mira a portare Soleidon sul mercato entro il 2026. Il modulo è pensato per rispondere a più bisogni: elettricità, acqua e idrogeno. È autonomo, replicabile e competitivo (1 euro/kg per l’idrogeno). Gli ambiti di applicazione includono industria, agricoltura, comunità off-grid, smart cities e cooperazione internazionale.

La startup vuole creare una filiera italiana dell’energia distribuita, con Brindisi come primo nodo produttivo. In futuro sono previste espansioni internazionali attraverso licenze e joint venture. Come ha dichiarato Marta Pisani: «Questa tecnologia rappresenta un contributo concreto alla transizione energetica perché consentirà di supportare le aziende nel percorso di decarbonizzazione e affrontare sfide globali urgenti come l’intermittenza delle fonti rinnovabili e la scarsità idrica». Con Soleidon, Green Independence offre non solo un prodotto, ma una visione industriale e sociale per un mondo più resiliente, sostenibile e autonomo.