La proposta di Vittorio Manzo per ridurre emissioni e creare lavoro a Taranto con l’uso dell’SRA derivato dei rifiuti plastici
di Michele Traversa
In un dibattito sempre più acceso sul futuro delle ex Acciaierie d’Italia, un’idea concreta e sorprendente emerge dal cuore di chi lo stabilimento lo ha vissuto per decenni. Il geometra Vittorio Manzo, 35 anni di servizio nell’allora Italsider, oggi Acciaierie d’Italia, si fa portavoce di una proposta innovativa che potrebbe riscrivere le sorti ambientali ed economiche di Taranto. Attualmente consulente di un gruppo campano specializzato nel recupero di rifiuti plastici non pericolosi, Manzo punta sull’utilizzo del cosiddetto Agente riducente secondario (SRA) come chiave per la transizione ecologica.

Cos’è L’Sra e i vantaggi ambientali
L’SRA, ottenuto dalla lavorazione dei residui plastici, è un prodotto in grado di sostituire, in gran parte il carbon coke negli altoforni e nel processo di agglomerazione. La sua peculiarità non è solo tecnica, ma anche ambientale: il suo impiego comporta una significativa riduzione delle emissioni di CO2 e l’azzeramento di altri gas inquinanti e nocivi per la salute, tradizionalmente associati all’uso del coke.
Il precedente illustre di Voest Alpine: acciaio green già realtà
Manzo non parla di teorie, ma di fatti. L’SRA è già impiegato da anni in diverse acciaierie nel mondo, dimostrando la sua efficacia nel ridurre l’impatto ambientale. Il caso più emblematico è quello della Voest Alpine, lo stabilimento di Linz in Austria, che produce “acciaio green” utilizzando il Blu Air (stesso prodotto dell’SRA), in un rapporto che ha ridotto drasticamente l’impiego del coke. È un modello di sostenibilità così avanzato da far apparire il sito produttivo quasi come un impianto farmaceutico, come testimonia il link fornito dal geometra. Non solo: a fornire l’SRA (o il Blu Air, come chiamato in alcuni contesti) alla Voest Alpine è un’azienda italiana, la Iren Spa, a dimostrazione che la filiera e la tecnologia sono già mature anche nel nostro paese.

L’urgenza dei tempi: soluzione rapida contro lunghi progetti
La proposta del geometra Manzo si inserisce in un contesto di grande urgenza. Le alternative energetiche attualmente discusse – gas, elettrico e idrogeno – richiedono tempi di realizzazione dei nuovi forni estremamente lunghi, stimati tra i 10 e i 15 anni. Nel frattempo, l’unica via percorribile resta il carbon coke, con il suo ben noto carico inquinante. L’SRA, al contrario, offre una soluzione immediatamente applicabile e scalabile.
La proposta concreta: test gratuito e moduli produttivi locali
La concretezza della proposta si articola in due fasi chiare: «Test di prova probante gratuito: Il gruppo di cui Manzo è consulente si offre di fornire gratuitamente l’SRA per un test pilota all’interno dello stabilimento di Taranto. Quantità e tempistiche verranno decise in accordo con i commissari di Acciaierie d’Italia. Durante il test, verranno effettuati controlli rigorosi sulla qualità delle emissioni. Gli studi preliminari prevedono un abbattimento del 30% della CO2, oltre alla non emissione di altri gas inquinanti».
Realizzazione dei moduli produttivi
In caso di successo del test, si propone la costruzione di tre moduli produttivi dedicati all’SRA nell’area antistante o interna all’ex Ilva. La tempistica massima stimata per la loro realizzazione è di soli 24 mesi. Questi moduli produrrebbero l’SRA (detto anche polimero ad azione riducente) a ciclo continuo, raggiungendo gli impianti di utilizzo direttamente tramite nastri trasportatori, eliminando così anche i costi di trasporto.

Il triplice beneficio per Taranto: ambiente, lavoro e innovazione
Questa soluzione, come sottolinea il geometra Manzo, genererebbe un triplice beneficio per Taranto e il Sud Italia:
- Consentirebbe a tutte le aziende del settore rifiuti di conferire la plastica direttamente a Taranto, creando un virtuoso ciclo di economia circolare.
- Creerebbe nuove opportunità occupazionali, contribuendo al rilancio economico del territorio.
- Porterebbe a una notevolissima e rapida riduzione dell’inquinamento, rendendo la città di Taranto finalmente più vivibile.
«Ciò significherebbe affrontare la transizione, periodo di passaggio dell’attuale asset produttivo ai futuri, in modo sostenibile», afferma Manzo, sottolineando come la sua proposta sia complementare a tutte le altre idee sul tavolo e miri ad accelerare il processo di decarbonizzazione.
Il messaggio finale di Vittorio Manzo
Il geometra Vittorio Manzo (cellulare +39 334/9890390), con il suo gruppo di lavoro, tecnici e chimici, si rende a completa disposizione delle istituzioni – il sindaco di Taranto, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro delle Imprese Adolfo Urso – per analizzare e approfondire tutti gli aspetti tecnici di questa visione.
«Viva il sud e le sue idee», conclude, lanciando un chiaro messaggio di speranza e concretezza.