Due ragazze e un sogno, la vela con la Marina Militare

Arianna e Sara con un gruppo di corsiste e l'aspirante Guardamarina Annalisa Pannullo, addetto alla sezione

Arianna e Sara, due studentesse di Brindisi, superano la selezione tra oltre 6000 candidati e vivono l’avventura dei corsi velici della Marina

di Tiziana Piliego

Un sogno che si realizza contro ogni pronostico

È proprio quando non credi in un sogno ritenendolo troppo ardito, che questo si concretizza sotto i tuoi occhi in men che non si dica, ribaltando tutti i pronostici.
Deve essere stata questa la sensazione che due giovanissime brindisine, Arianna Larocca 17 anni tra qualche giorno, studentessa dell’IISS «Majorana» e Sara Lacalamita 16 anni, studentessa del Liceo «Marzolla-Leo-Simone-Durano» devono aver provato qualche settimana fa quando sono state pubblicate le graduatorie degli ammessi ai Corsi Velici della Marina Militare.
A quell’età non hai paura di nulla, neanche di metterti in gioco in qualcosa che fino al giorno prima non avevi minimamente preso in considerazione.

Un’opportunità per i giovani velisti

Ogni anno, la Marina Militare, in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, promuove ed organizza corsi velici estivi per ragazzi e ragazze, totalmente gratuiti, presso sedi dislocate in diverse zone d’Italia.
Al bando di quest’anno potevano accedere ragazzi e ragazze nati negli anni 2008, 2009 e 2010 e le sedi tra le quali scegliere erano l’Accademia Navale di Livorno, la Scuola Sottufficiali di La Maddalena, la Scuola Sottufficiali di Taranto e la Scuola Navale Militare Morosini di Venezia.

Selezione dura, posti limitati

Arianna e Sara sono tra gli oltre 6000 aspiranti per soli 400 posti disponibili divisi tra le quattro basi e in due turni.
Non si conoscevano, pur vivendo nella stessa città e nessuna avrebbe mai potuto immaginare la tela che il destino stava tessendo per loro.
La selezione è dura, il requisito principe ed imprescindibile, è la media scolastica.
Le graduatorie vengono pubblicate, Arianna e Sara sono dentro! Due dei 400 fortunati. Per dieci giorni frequenteranno l’Accademia Navale di Livorno, sede prestigiosa e ambita.

L’ingresso in Accademia

Il 22 luglio alle ore 15 in punto, i cento aspiranti velisti, designati a Livorno, varcano il cancello di S. Jacopo insieme alle famiglie emozionate e orgogliose.
In una sala gremita, accolgono i primi complimenti, perché essere lì significa aver dato il meglio di sé negli studi.
Viene illustrato il programma dei dieci giorni che segneranno in qualche modo la loro vita: orari ai quali attenersi in modo rigoroso, comportamenti, abbigliamento, attività teoriche e pratiche e qualche uscita di svago.
Vengono presentati responsabili, istruttori e giovani aspiranti guardiamarina che diventeranno i fari per i giovanissimi corsisti.
Nella sala dell’Accademia, l’emozione si taglia a fette tra il vociare timoroso dei giovanissimi e le rassicurazioni dei genitori e dei militari.
Fine del briefing, i genitori salutano i figli e loro iniziano a mescolarsi: 50 ragazzi e 50 ragazze da ogni parte d’Italia che presto saranno equipaggi pronti a sfidarsi.

Compagne di cameretta per caso (o per destino)

E da qui che inizia la storia, quella bella raccontata dai protagonisti.
I corsisti vengono divisi in gruppi, assegnati in camerette da 3 o 4 posti.
Viene consegnato il vestiario che sarà la divisa per i prossimi 10 giorni.
Nella giostra della conoscenza, la sorpresa arriva subito per Arianna e Sara.
Si ritrovano nella stessa cameretta e non perché siano di Brindisi entrambe, ma perché in ordine alfabetico i loro cognomi sono uno dietro l’altro.
I giochi strani del destino che manipola e si diverte, che regala sorprese e gioie inattese.

Routine e crescita: la vita da corsiste

L’avventura ha cosi inizio a ritmo serrato tra sveglie di buon’ora, lezioni teoriche, dispense da studiare e barche da armare e disarmare.
I 100 aspiranti velisti sono divisi in sezioni, ognuna delle quali è guidata da un allievo del terzo anno dell’Accademia.
I corsisti imparano in fretta – che bello essere giovani – e l’entusiasmo guida le loro giornate.
La sera, dopo cena, si esce in franchigia, tutti insieme sul lungomare di Livorno e tra una chiacchiera e un gelato, si ride e si discute ripercorrendo la giornata appena trascorsa.
Ogni tanto le lezioni lasciano lo spazio alle gite fuori porta, l’Acquario di Genova, la vicina Pisa, la visita ad un’unità Navale ormeggiata a La Spezia, fino alle lezioni di equitazione nel maneggio dell’Accademia e un bagno al mare.

Un nuovo vocabolario, una nuova visione

Le giornate passano velocemente facendo dimenticare persino di avere un telefono per chiamare la famiglia, i rapporti tra i ragazzi diventano legami forti e indissolubili fatti di fiducia nel prossimo, rispetto dei ruoli e spirito di squadra, essenziali per un equipaggio affiatato.
Il vocabolario inizia a costellarsi di termini fino a quel momento ignoti: randa, boma, prova di scuffio, nodi… improvvisamente si è catapultati in un’altra dimensione, quella del mare dove non è consentito perdere il controllo o sottovalutare il pericolo, dove bisogna fare i conti col vento, le correnti e imparare a governarli.

La regata finale: vincitori nell’anima

Alla fine del corso c’è una regata, venti imbarcazioni del tipo Tridente nello specchio d’acqua di Livorno, si sfidano sotto lo sguardo attento e orgoglioso degli istruttori che hanno guidato questi ragazzi.
All’equipaggio vincitore, un trofeo simbolico perché qui a vincere sono tutti e 100 i ragazzi.
La loro vittoria sono le amicizie, l’aver imparato le tecniche di navigazione a vela, ma anche valori fondamentali come la disciplina, lo spirito di squadra e il rispetto per il mare.

Il rientro a casa, ma con il cuore al largo

Dieci giorni passano in fretta e il saluto è un momento pieno di emozione e di tante lacrime tra abbracci che fanno fatica a sciogliersi, tra promesse di rivedersi alla prima occasione con un bagaglio ineguagliabile che, a prescindere dalla strada che ognuno di loro vorrà intraprendere, resterà uno dei momenti più belli di tutta la vita.
Arianna e Sara rientrano nella loro città, ora divenute amiche, legate dal mare e ora dalla vela che in una città come Brindisi, diventa pregio e valore aggiunto.
La vita ha fatto il suo gioco, Arianna e Sara faranno il resto e visto che ormai sono esperte, lo possiamo dire: buon vento ragazze!