Denatalità e lavoro, il nodo per il futuro dell’Italia

Denatalità e-è Lavoro, il convegno

Crisi demografica e lavoro al centro del convegno ARPAL Puglia alla Fiera del Levante, tra occupazione femminile, spopolamento e immigrazione

di Antonio Portolano

BARI – La denatalità in Italia rappresenta una sfida epocale. Secondo i dati Istat, con l’attuale andamento delle nascite la popolazione scenderà dagli attuali 59 milioni a 54,8 milioni nel 2050, fino a 46,1 milioni nel 2080. Entro il 2040 le persone in età lavorativa si ridurranno di circa cinque milioni, mentre le stime OCSE prevedono un calo del 34% entro il 2060, uno dei più ampi a livello internazionale.

I fatti: il convegno di Bari

Su questi dati si è discusso nell’incontro «Denatalità e/è Lavoro?» organizzato da ARPAL Puglia – Agenzia Regionale per le Politiche Attive della Regione Puglia, tenutosi nell’auditorium Digital Lab della Fiera del Levante. L’evento, ha approfondito la relazione tra calo delle nascite e occupazione, soffermandosi su tre nodi principali: lavoro femminile, conciliazione vita-lavoro e gestione dei flussi migratori.

Budano, spopolamento e rischio blocco produttivo per le imprese pugliesi

Il direttore di ARPAL Puglia, Gianluca Budano, ha dichiarato: «Siamo partiti dalla presentazione la scorsa settimana in Camera di Commercio del Rapporto sui fabbisogni occupazionali delle imprese pugliesi e ci siamo accorti che il rischio del blocco produttivo di tantissime imprese passa dal fenomeno dello spopolamento, che passa a sua volta dalla denatalità marcata del nostro territorio, dato nazionale ed europeo, ma anche dal doppio spopolamento che subiamo a causa delle migrazioni per motivi di lavoro dei nostri cittadini pugliesi, in particolare i più giovani. Partendo da questo ci siamo interrogati sulle cause con esperti del mondo demografico e del mondo del contrasto all’infertilità di coppia, ma anche sulle soluzioni. Una soluzione, in particolare, è nell’utilizzo degli istituti legislativi dei corridoi lavorativi e dei tirocini extra-Ue, per far sì che dall’estero arrivino manodopera e professionalità formate, in deroga al decreto flussi, consentendo alle nostre imprese di vedere ripopolato il proprio fabbisogno produttivo. Quindi una soluzione con uno sguardo globale, sia per il ripopolamento demografico che per evitare, molto più concretamente, che le nostre imprese non abbiano più la manodopera e la professionalità per rispondere a quel grande sviluppo economico che si è avuto nella nostra regione, che rischia però di restare senza il giusto numero di lavoratori».

Rosina, la transizione demografica come crisi economica e sociale

Il professore ordinario di Demografia e Statistica sociale dell’Università Cattolica di Milano, Alessandro Rosina, ha sottolineato: «Stiamo vivendo un cambiamento epocale: la transizione demografica è diventata una crisi che sta avendo conseguenze negative sul versante economico e sociale. L’Italia, in particolare, è uno dei paesi più esposti, con un tasso di fecondità tra i più bassi d’Europa e una forza lavoro sempre più impoverita. Dobbiamo trasformare questa crisi in un’opportunità ripensando il nostro modello sociale e di sviluppo, puntando su qualità e sostenibilità. I giovani italiani e pugliesi hanno desideri e potenzialità non inferiori ai loro coetanei europei, ma hanno bisogno di trovare un contesto che li supporti per poter dare il meglio di sé. Sostenere percorsi formativi e professionali, abilitare progetti di vita e migliorare la qualità del lavoro sono azioni fondamentali non solo per contrastare la crisi demografica ma per costruire una società migliore».

Pellegrini, occupazione in Puglia tra crescita e povertà del lavoro

La direttrice del Dipartimento Politiche del Lavoro, Istruzione e Formazione della Regione Puglia, Silvia Pellegrini, ha aggiunto: «Il tema della denatalità e del lavoro è focale per approcciare in modo giusto il problema sia della crisi demografica che della necessità di potenziare l’occupazione. In Puglia l’occupazione è cresciuta, come il PIL, però ancora in un contesto troppo interdipendente dal contesto socio-economico nazionale, che registra ancora una povertà del lavoro, un lavoro con salari che non rispondono alle esigenze del fabbisogno di vita e con una diffusione di gruppi di giovani che emigrano perché non si sentono realizzati rispetto al loro progetto di vita. In tal senso allora la questione è di partecipazione, culturale e di rimettere al centro un circolo virtuoso tra lavoro, cittadinanza e democrazia. I dati forniti dal professor Rosina sono stati molto chiari: la Puglia, più che l’Italia, è in piena crisi demografica ma ci sono dei margini di risoluzione del problema, puntando su una buona formazione, potenziando il duale, sostenendo anche la formazione terziaria professionalizzante, come gli ITS, i corsi brevi e soprattutto sostenendo la predittività, cioè la capacità di predire le tendenze del mercato e dello sviluppo economico in modo da creare allineamento e quindi superare il mismatch domanda/offerta di lavoro».

Losapio, immigrazione e corridoi lavorativi contro l’inverno demografico

Anche Gianpietro Losapio, direttore generale del Consorzio Nova, ha rimarcato l’importanza dei corridoi lavorativi: «Uno degli strumenti chiave per contrastare l’inverno demografico dell’Italia è la valorizzazione dei talenti degli immigrati. I corridoi lavorativi sono fondamentali per soddisfare la richiesta di manodopera straniera per rispondere ai fabbisogni delle imprese del territorio. I lavoratori stranieri, dopo aver completato le attività di istruzione, formazione professionale e civico-linguistica nei Paesi di origine, giungono in Italia legalmente e contribuiscono a coprire con le loro competenze i bisogni riscontrati dal tessuto imprenditoriale».

Prospettive future

Il convegno barese ha evidenziato come la crisi demografica non sia soltanto una questione di numeri, ma un tema che intreccia sviluppo economico, sostenibilità sociale e prospettive per le nuove generazioni. Le soluzioni individuate puntano su tre direttrici: qualità del lavoro, formazione e integrazione dei flussi migratori. Il nodo della denatalità, dunque, diventa anche il nodo del lavoro: due facce della stessa sfida che l’Italia e la Puglia devono affrontare con urgenza.