L’arte che salva il mare: il concorso si apre al mondo e premia il talento internazionale, celebrando la Giornata Mondiale degli Oceani
di Antonio Portolano
BARI – Un’edizione internazionale per un premio nato in Puglia. Il Premio Arpamare 2025 ha scritto una pagina nuova nella sua storia. Per la prima volta, a vincerlo è stato un artista giapponese: Aisu Hirotsugu, residente a Bari da diciassette anni, che ha conquistato il primo posto con un’opera d’origami intensa e poetica. Con “Orizzonte puro”, Hirotsugu ha trasformato la Carta Amalfitana in un messaggio visivo potente e universale, capace di coniugare silenzio, spiritualità e rispetto per il mare.
La vittoria di un concorrente internazionale segna una svolta significativa per il concorso promosso da Arpa Puglia e Ciheam Bari, che da cinque anni valorizza il talento dei giovani artisti e accende i riflettori sul mare pugliese come simbolo di identità, cultura e futuro sostenibile.

Il Premio Arpamare: arte, giovani e tutela del mare
Il Premio Arpamare nasce nel 2021 come iniziativa culturale promossa da Arpa Puglia (Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione dell’Ambiente) in collaborazione con il Ciheam Bari (Centro Internazionale di Alti Studi Agronomici Mediterranei). Si rivolge agli artisti iscritti o diplomati presso le Accademie di Belle Arti di Bari, Foggia e Lecce, con l’obiettivo di valorizzare il mare pugliese come soggetto artistico e stimolare la riflessione sull’ambiente marino e la sua tutela.
L’edizione 2025 ha scelto come tema “Meraviglia”, ispirato al mistero e alla bellezza delle profondità oceaniche. L’arte diventa così strumento educativo, veicolo emotivo e linguaggio universale per sensibilizzare le nuove generazioni sulla sostenibilità e sulla salvaguardia degli oceani.

“Orizzonte puro”: l’origami sacro di Aisu Hirotsugu
Il primo premio è stato assegnato a Aisu Hirotsugu, artista nato a Tokyo, iscritto all’Accademia di Belle Arti di Bari. L’opera vincitrice, “Orizzonte puro”, è un origami (2025, 60 cm x 60 cm) realizzato piegando la Carta Amalfitana, senza l’uso di colori artificiali.
«Il verbo “piegare” in giapponese (oru) è legato etimologicamente al verbo “pregare” (inoru) – ha raccontato Hirotsugu –. Per questo, piegare la carta diventa un atto di preghiera. È un desiderio silenzioso di proteggere il mare».
La giuria – composta da Marilena Di Tursi, Agnese Purgatorio e Nicola Ungaro – ha sottolineato nella motivazione come l’opera proponga «uno scarto concettuale», offrendo una riflessione sull’emergenza ambientale e richiamando «l’idea di un rituale sacro».

“Ferita”: la ceramica che racconta lo strappo del mare
Il secondo premio è andato a Annibale Trani, originario di Grottaglie, iscritto all’Accademia di Belle Arti di Lecce, per l’opera “Ferita” (2025, cm 63 x 44), realizzata in ceramica invetriata modellata a mano e smaltata con aerografo.
«La rete è vita – ha detto Trani – ma oggi materiali come lana, seta e poliammidi artificiali stanno distruggendo l’ecosistema marino. Il mare è squarciato. La frattura centrale è una ferita, ma anche una liberazione».
Trani ha citato Papa Francesco e la sua autobiografia “Spera”: «Non deve entrare nella testa dell’umanità l’idea di poter vedere uomini, donne e bambini affogare impunemente nel Mediterraneo».

La giuria ha apprezzato l’ambiguità percettiva e gli intrecci materici innovativi, che raccontano con forza la precarietà dell’ecosistema marino.
“Echi marini”: la memoria del Mediterraneo nella scultura di Doriana Capacchione
Il terzo premio è stato assegnato a Doriana Capacchione, di Barletta, iscritta all’Accademia di Belle Arti di Bari, con l’opera “Echi marini” (2025, 26,5 x 28 x 12,5 cm). Una scultura realizzata in pasta di legno, legno d’abete, cera d’api e colla vinilica, modellata manualmente con frese.

«Il Mediterraneo è un luogo vivo di memoria e connessione – ha dichiarato Capacchione –. La mia scultura racconta legami fragili ma resistenti, come una rete sul tempo. È un invito ad ascoltare il mare, a riconoscere i messaggi sommersi».
Secondo la giuria, l’opera esprime con forza l’equilibrio tra pieni e vuoti, metafora del silenzio e della memoria rispetto all’azione dell’uomo.

Una menzione speciale per “Mitilante” di Giada Lamacchia
La giuria ha deciso di assegnare anche una menzione speciale all’opera “Mitilante” di Giada Lamacchia, accompagnata da un premio di 250 euro. I tre vincitori principali riceveranno rispettivamente 1.000, 700 e 500 euro, e parteciperanno a un workshop artistico gratuito nei laboratori “Scart” del Gruppo Hera a Santa Croce sull’Arno, guidati dai tutor dell’Accademia di Belle Arti di Firenze e finanziato da Herambiente Spa.
Una serata tra emozione, riflessione e grandi nomi
La cerimonia si è tenuta nello Spazio Murat di Bari, condotta dall’attore Antonio Stornaiolo, e si è aperta con i saluti istituzionali di Vito Bruno (direttore generale Arpa Puglia), Biagio Di Terlizzi (direttore Ciheam Bari), Vincenzo Leone (ammiraglio Direzione Marittima di Bari), Armando Franza (comandante Roan Guardia di Finanza), Michele Emiliano (presidente Regione Puglia), Serena Triggiani (assessora regionale all’Ambiente), Paola Romano (assessora alle Culture Comune di Bari), Pietro Petruzzelli (assessore Blue Economy), e Maurizio Giani (direttore marketing Herambiente, ideatore del progetto Scart).
Particolarmente emozionante l’intervento di Alberto Luca Recchi, esploratore del mare, scrittore e fotografo subacqueo: «In ogni goccia di mare è scritto il nostro passato e il nostro futuro – ha detto –. Il mare ci dà più del 50% dell’ossigeno che respiriamo. Ma sta soffrendo. Io sono qui perché non voglio che le mie figlie mi dicano: papà, tu sapevi, perché non hai fatto nulla?».

Il valore del mare per la Puglia e per il Mediterraneo
«La Puglia è palcoscenico naturale senza eguali – ha affermato Serena Triggiani –. Abbiamo il mare più pulito d’Italia. Ma la bellezza non basta. Serve coscienza collettiva e creatività per sensibilizzare».
Per Biagio Di Terlizzi, direttore del Ciheam Bari, «il mare è parte della nostra identità. Il Premio Arpamare unisce giovani, arte e scienza. Il nostro centro di Tricase ospita proprio in questi giorni un corso internazionale per venti partecipanti da quindici Paesi. Lavoriamo per formare le nuove generazioni e rafforzare le competenze istituzionali nei paesi del Mediterraneo».
Vito Bruno, direttore generale di Arpa Puglia, ha chiuso: «Il nostro mare è sotto attacco. Il premio Arpamare mostra come la sinergia tra arte e scienza possa risvegliare una nuova coscienza ambientale. La salute del mare è la salute del pianeta. E l’arte, oggi, può essere il primo respiro di un cambiamento necessario».