Il Palio di Sant’Elia parte su due ruote e accende il cuore

Palio Sant'Elia, opera in cartapesta del maestro Deni Bianco, Carro Contrada Pavone

Una ciclopasseggiata festosa apre la quarta edizione del Palio Urbano: sport, arte e comunità per cambiare il volto di un intero quartiere

di Antonio Portolano

BRINDISI – «Bona la prima», come dicono a Roma. Con la ciclopasseggiata inaugurale di sabato 17 maggio è iniziata la quarta edizione del Palio Urbano di Sant’Elia, il primo palio d’Italia nato per rigenerare, unire, trasformare. La ciclopasseggiata è stata un successo. Una festa vera. Una chiamata collettiva alla bellezza. Un tripudio di colori, di campanelli trillanti e gioiosi. Un segno, una dimostrazione plastica che il quartiere Sant’Elia non è più lo stesso. Va avanti. E non tornerà più indietro. Perché da qualche anno ad oggi, anche dove un tempo a cantare erano spesso le pistole, oggi si sentono le voci di bambini, il ritmo delle ruote, la musica di una comunità che si è rimessa in cammino.

La ciclopasseggiata che ha cambiato l’aria

È cominciato tutto così: con centinaia di biciclette colorate, decorate nei laboratori “Pimp my bike”, che hanno sfilato per le vie del quartiere partendo da Viale Caravaggio e arrivando fino a Parco Buscicchio. C’erano i bambini con le loro famiglie. C’erano i ragazzi, le mamme, i nonni. C’erano gli educatori, gli insegnanti, gli operatori della Casa di Quartiere. C’era un intero quartiere. In movimento. In festa. In pace.
Un piccolo miracolo collettivo. Come ha raccontato Daniele Guadalupi, uno degli organizzatori, mente e anima generosa, vulcanico progettista di iniziative sociali e culturali: «Abbiamo visto persone sorridere insieme. Abbiamo visto contrade mescolarsi. Abbiamo visto futuro».

Palio di Sant’Elia, ciclopasseggiata, gioia e fantasia (foto Barbara Haxhi)

Un’opera sociale senza precedenti

Il Palio Urbano di Sant’Elia è frutto di un lavoro corale. Un processo costruito con pazienza, costanza e cura da centinaia di attori che, ogni giorno, rendono possibile questo sogno collettivo. A renderlo reale sono gli operatori della Casa di Quartiere Parco Buscicchio, i docenti delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie del quartiere, le associazioni sportive, le parrocchie, i cittadini volontari. Ma anche i bambini, i giovani, gli anziani, tutti impegnati nel disegnare una nuova mappa di partecipazione.

Il Palio è sostenuto dal progetto Sant’Elia Malatìa | Scuola popolare di teatro e arti urbane, promosso da Puglia Culture con il Welfare Culturale della Regione Puglia, e parte integrante dei programmi Non solo periferia e Scuole Aperte e Partecipate in rete, selezionati da Con i Bambini per il contrasto della povertà educativa minorile. Tutto si regge su una rete solida coordinata dalla cooperativa Legami di Comunità e costruita insieme a ImmaginAbile, Acli Brindisi, ASD Appia Rugby Puglia, Istituto Comprensivo Sant’Elia Commenda, le parrocchie San Lorenzo da Brindisi e Cristo Salvatore, con il supporto strutturale di Arca Nord Salento e Arti Puglia attraverso la misura Luoghi Comuni.

È un’azione sociale senza precedenti. E gli esiti sono sorprendenti. Perché a Sant’Elia qualcosa è già cambiato. Per davvero.

Il programma continua: parate, sport, premi, comunità

Dopo la ciclopasseggiata, il Palio entra nel vivo venerdì 23 maggio. Alle ore 19.30 si accende la magia della parata dei carri in cartapesta del maestro Deni Bianco. Sfileranno Sant’Elia e i simboli delle quattro contrade in gara: Pavone, Lucertola, Fenice e Delfino. Le opere artistiche partiranno dalla Chiesa di San Lorenzo e percorreranno le strade del quartiere fino a Parco Buscicchio, accompagnate da musica, cori, danze e decorazioni create insieme agli studenti, volontari e famiglie.

Sabato 24 e domenica 25 maggio sarà il tempo della grande sfida tra contrade. In campo ci saranno tornei di volley, basket, calcio, touch rugby, tiro con l’arco e le celebri sfide improbabili, che mettono alla prova creatività, spirito di squadra e senso di appartenenza. Le gare si svolgeranno nelle piazze, nel centro sportivo polivalente e nel playground di Parco Buscicchio, riqualificato nelle scorse settimane grazie all’impegno degli abitanti. Ora è uno spazio vivo, colorato, pieno di energia condivisa.

Domenica 25 ci saranno le finali, le premiazioni e dalle ore 20.30 la festa finale con la cena di comunità nella Casa di Quartiere. Uno dei momenti più attesi. Quello in cui tutte le contrade si ritrovano. Senza barriere. Solo con la voglia di stare insieme.

Il festival delle comunità educanti

Sempre domenica 25, si terrà anche la quarta edizione del Festival delle Comunità Educanti. Il tema sarà “Comunità educanti: scuole aperte e scuole attive, sport, arte e cultura”. L’incontro, a livello nazionale, metterà al centro il ruolo delle scuole, degli educatori, delle famiglie, degli enti e dei volontari che ogni giorno costruiscono una società più coesa, più giusta, più umana. A Brindisi, ancora una volta, il cambiamento si fa concreto. E parte dalle relazioni.

Il santo che viene dallo spazio

C’è un volto che accompagna ogni gesto, ogni sfida, ogni festa del Palio. È quello di Sant’Elia, un santo che non si trova nei libri ma nei muri, nelle vetrine, tra le strade del quartiere. È un santo popolare e immaginario, venuto dallo spazio, comparso dal desiderio di rinascita. Non fa miracoli, ma innesca meraviglie. Porta con sé la forza di chi non si arrende. Parla chiaro. Cammina tra la gente. Non benedice, ma incoraggia. Sant’Elia è il simbolo di una comunità che ha deciso di riscrivere il proprio destino, trasformando i luoghi del disincanto in spazi di speranza condivisa.

Come partecipare

La partecipazione al Palio è gratuita e aperta a tutti. Basta compilare il modulo su www.santeliabrindisi.it/palio e inviarlo all’indirizzo email portineria@legamidicomunita-br.it oppure consegnarlo di persona presso la Casa di Quartiere Parco Buscicchio. Per qualsiasi informazione è disponibile il numero +39 340 269 1636.

Un esempio da seguire

Il Palio Urbano di Sant’Elia non è solo un evento. È una chiamata potente. Una spinta dolce e determinata a esserci, a fare comunità, a credere nel cambiamento. È la prova che con l’arte, lo sport, la cultura e la partecipazione, anche un quartiere ferito può rinascere e diventare un punto di riferimento per tutti.