Casa Colibrì Brindisi, nuova accoglienza per migranti

Casa Colibrì via Giovanni XXIII 11, Brindisi

A Brindisi apre Casa Colibrì, progetto di accoglienza per migranti promosso da Caritas, Migrantes e Arcidiocesi, con il sostegno dell’8xmille

di Antonio Portolano

A Brindisi, città da sempre crocevia di popoli e approdi, prende vita un progetto dal forte valore umano e comunitario: Casa Colibrì, parte integrante dell’iniziativa “La Porta di Casa”.

Promosso da Caritas diocesana, Ufficio diocesano Migrantes e Associazione Migrantes OdV, e sostenuto anche dai fondi dell’8xmille alla Chiesa Cattolica, il progetto si propone di offrire un rifugio concreto a persone e famiglie migranti, contrastando un fenomeno sempre più diffuso nel territorio: la povertà abitativa, legata anche alle difficili condizioni economiche e alla precarietà del lavoro che colpisce molte famiglie locali.

Accogliere significa non solo garantire un tetto, ma anche favorire percorsi di autonomia, inclusione e dignità, creando un tessuto sociale più coeso. In questa prospettiva, Casa Colibrì si pone in continuità con la positiva esperienza della Casa degli Aquiloni, avviata nel 2017 e considerata un modello di accoglienza diffusa.

Un luogo storico che torna a vivere

Il cuore del progetto sarà un ampio appartamento in via Giovanni XXIII n. 11, messo a disposizione dall’Arcidiocesi di Brindisi. L’edificio, oggi inutilizzato, ha una storia significativa: fu la casa di don Augusto Pizzigallo, che ospitò per ben due volte Monsignor Angelo Giuseppe Roncalli, divenuto in seguito Papa Giovanni XXIII.

Grazie a La Porta di Casa, questo spazio tornerà ad accogliere chi ne ha più bisogno. Oltre a un alloggio dignitoso, gli ospiti potranno contare sul supporto di educatori e volontari per percorsi di formazione e inclusione sociale. Non solo un tetto, dunque, ma una vera opportunità di rinascita.

Un simbolo di speranza e comunità

La nuova struttura sarà inaugurata il 4 settembre 2025, in concomitanza con la settimana dedicata ai Santi Patroni di Brindisi. Durante la cerimonia, l’arcivescovo Giovanni Intini benedirà ufficialmente la casa.

Il nome scelto, Casa Colibrì, richiama un’antica leggenda africana: un piccolo colibrì, di fronte a un grande incendio, decide di fare la sua parte portando gocce d’acqua nel becco. Un’immagine che diventa metafora della solidarietà: anche i gesti più piccoli, se condivisi, possono generare un impatto enorme.

«La porta aperta è il segno dell’accoglienza di tutti i popoli nel grembo della chiesa madre», ha dichiarato Monsignor Intini. «Con Casa Colibrì abbiamo voluto aprire una porta per tutti coloro che hanno bisogno di sentire il calore dell’accoglienza. Voglio auspicare che questo sogno diventi il sogno di tanti e un sogno di Chiesa».

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