Carenza posti barca, il Salento costruisce il futuro

Il Marina di Brindisi

Imprese, istituzioni e politica tracciano insieme un percorso per ampliare i posti barca e far crescere la portualità turistica in Puglia

di Antonio Portolano

LECCE – Un comparto in crescita bloccato dalla mancanza di infrastrutture. La nautica pugliese cresce, si afferma e guarda oltre i confini regionali. Ma la carenza di posti barca rischia di frenare questo slancio. Il Salento, con le province di Lecce e Brindisi protagoniste, lancia un grido d’allarme e convoca istituzioni, imprese e rappresentanti politici per cercare soluzioni concrete. L’incontro svoltosi nel Convitto Palmieri di Lecce ha rappresentato un passaggio cruciale nella costruzione di un tavolo permanente per la portualità turistica.

Le aziende della nautica trainano l’economia locale

Le imprese nautiche di Brindisi e Lecce hanno già dimostrato capacità imprenditoriale e visione internazionale. Queste realtà, che si occupano di produzione, manutenzione, refitting e charter, sono oggi un asset fondamentale per l’economia locale. Tuttavia, la mancanza di posti barca adeguati rappresenta un freno alla loro espansione e al potenziale sviluppo turistico del territorio.

Il Programma di Sviluppo del Distretto Produttivo della Nautica Pugliese evidenzia come la regione, pur con i suoi 900 chilometri di costa, abbia solo una quota marginale dell’intera dotazione nazionale di ormeggi. A mancare non sono le competenze, ma gli spazi e le strutture. Le aziende faticano a crescere e ad attrarre nuova domanda in assenza di infrastrutture moderne e disponibili.

Un confronto concreto tra imprese e politica

L’iniziativa promossa da Giuseppe Meo, Presidente del Salone Nautico di Puglia, in collaborazione con le Province di Lecce e Brindisi e con il Consorzio Nautico di Puglia, ha messo attorno a un tavolo imprenditori e rappresentanti delle istituzioni.

All’incontro hanno partecipato gli operatori economici Marco Carvignese, Marco Carani, Carlo Bellantuono e Francesco Lorusso (imprenditori del comparto nautico). Con loro, Dario Montanaro, Presidente del Consorzio Nautico di Puglia, ha sottolineato la necessità di una pianificazione strategica che includa la portualità turistica tra le priorità dell’agenda politica regionale.

Anche Francesco Perotti, Comandante della Capitaneria di Porto di Gallipoli, è intervenuto per evidenziare quanto sia urgente semplificare le procedure autorizzative e amministrative per facilitare l’espansione dei porti esistenti e la creazione di nuovi.

Vasco De Cet, rappresentante di AssoMarinas, ha condiviso l’esperienza nazionale delle reti di porti turistici, richiamando la necessità di visione condivisa tra pubblico e privato.

La politica risponde con disponibilità e impegni concreti

L’incontro ha ricevuto l’attenzione anche del mondo politico. I parlamentari Roberto Marti e Andrea Caroppo hanno manifestato la piena disponibilità a sostenere il comparto, assicurando il loro contributo a livello legislativo e parlamentare per rimuovere gli ostacoli normativi che rallentano lo sviluppo della portualità turistica.

L’Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia, Alessandro Delli Noci, ha annunciato la volontà di convocare un tavolo tecnico operativo. L’obiettivo è riunire attorno a un’agenda condivisa tutti gli attori istituzionali per affrontare concretamente le criticità e sbloccare i progetti strategici sul territorio.

Il Presidente della Provincia di Lecce, Stefano Minerva, ha concluso i lavori, ribadendo che il turismo nautico è una leva fondamentale per l’intera economia salentina. Ha evidenziato come una regione con un patrimonio costiero come quello pugliese non possa permettersi di restare indietro nella pianificazione e realizzazione delle infrastrutture marittime.

Verso un tavolo permanente per la portualità turistica

Giuseppe Meo ha infine rilanciato con forza la proposta di istituire un tavolo permanente per la portualità turistica. Questo strumento servirà a unire i sindaci dei comuni costieri, le province, gli operatori e la Regione Puglia in un percorso stabile di confronto, progettazione e superamento degli ostacoli burocratici.

La nascita di nuovi posti barca rappresenta la condizione necessaria per rispondere alla crescente domanda da parte di turisti e diportisti, ma anche per rendere più competitivo l’intero sistema produttivo locale. L’obiettivo è costruire un sistema portuale diffuso, moderno, funzionale e integrato con il territorio.

La Puglia resta indietro nel confronto nazionale

Il tema della carenza di posti barca trova pieno riscontro nei dati nazionali. La Puglia, secondo il rapporto UCINA, ospita solo il 4,6% delle unità da diporto immatricolate in Italia, un dato modesto per una regione con una delle coste più lunghe e variegate del Paese.

Alla fine del 2006, le unità registrate nella regione erano 3.429, contro le 19.578 della Liguria, le oltre 10.000 della Toscana e le oltre 8.000 del Lazio. Il divario infrastrutturale è evidente, soprattutto in relazione alla tipologia delle imbarcazioni: più della metà delle unità italiane sono sotto i 10 metri, dunque avrebbero bisogno di porti leggeri e diffusi, ancora troppo pochi nel sud Italia.

La limitata offerta non solo penalizza il turismo nautico, ma impedisce anche l’espansione delle aziende locali, che non possono contare su una rete solida di approdi per valorizzare appieno i loro servizi e prodotti.

Infrastrutture e visione per l’economia del mare

L’incontro di Lecce segna un punto di partenza importante. La filiera della nautica pugliese è pronta a giocare un ruolo da protagonista, ma ha bisogno di investimenti, di norme più snelle e di una governance efficace. Il Salento, con le sue imprese, i suoi porti e le sue comunità, ha tutte le carte in regola per diventare un punto di riferimento del Mediterraneo. Ma per farlo, servono posti barca. E serve subito.

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