Un progetto sostenibile e innovativo per l’acquacoltura e la biodiversità marina conquista il concorso “Blue Future!” e arriva fino al Senato
di Antonio Portolano
BRINDISI – Giovani ricercatori salentini premiati per l’innovazione blu. Un gruppo di giovani ricercatori e studenti dell’Università del Salento è stato premiato per una proposta innovativa nell’ambito della Blue Economy. Il loro progetto ha vinto il concorso nazionale “Blue Future! Young Ideas for Tomorrow’s Aquaculture” e ha ricevuto il prestigioso riconoscimento della Levi-Montalcini Foundation. Con un’idea che coniuga sostenibilità ambientale, tecnologie avanzate e monitoraggio della biodiversità marina, il team ha portato la propria visione fino al Senato della Repubblica.
Blue economy tra ricerca, giovani e sostenibilità
La premiazione è avvenuta nell’ambito di una conferenza dedicata allo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura e della maricoltura, tenutasi a Brindisi. L’evento ha visto la partecipazione di studenti, dottorandi e ricercatori da tutta Italia, chiamati a presentare soluzioni per un’economia del mare più responsabile e innovativa.
Il progetto vincitore si è distinto per qualità scientifica, originalità e attenzione all’ambiente. I giovani del team UniSalento hanno proposto un approccio moderno alla gestione delle risorse marine, con strumenti capaci di ridurre l’impatto sugli ecosistemi costieri.
L’uso del DNA ambientale per la tutela del mare
Il cuore del progetto premiato è l’impiego del DNA ambientale (eDNA) come strumento di monitoraggio della biodiversità. Si tratta di una tecnica che consente di rilevare le specie presenti in un ambiente marino analizzando minuscole tracce genetiche rilasciate nell’acqua.
Questa metodologia non invasiva rappresenta una vera rivoluzione per la conservazione della biodiversità marina, poiché consente di ottenere dati precisi riducendo al minimo l’interferenza con gli ecosistemi. «Le attività svolte sinora hanno già prodotto risultati importanti» – spiega il professor Maurizio Pinna, responsabile scientifico del progetto – «grazie all’impiego di tecnologie all’avanguardia e metodologie non invasive, sviluppando sistemi avanzati per monitorare e gestire la biodiversità nel Mar Mediterraneo».

Dalla laguna salentina fino al Senato della Repubblica
Il team vincitore è composto da Francesco Zangaro, Francesca Marcucci, Maria Dolores De Donno, Ludovico Schifa e Giovanni Sibilio, tutti studenti universitari, dottorandi e assegnisti di ricerca presso l’Università del Salento.
Zangaro e Marcucci, insieme al professor Pinna, sono stati invitati presso il Senato della Repubblica a presentare la loro idea nel corso della conferenza “La bellezza della sostenibilità”. L’evento, ospitato nella Sala Capitolare di Palazzo della Minerva, è stato l’occasione per ricevere ufficialmente il premio dalla presidente della Levi-Montalcini Foundation, Piera Levi Montalcini, nipote del premio Nobel Rita Levi-Montalcini.
Un progetto radicato nella ricerca europea e internazionale
Il progetto vincitore si inserisce in un più ampio contesto di ricerca coordinato dall’Università del Salento. Tra i programmi di riferimento ci sono il National Biodiversity Future Centre (NBFC), coordinato per UniSalento dal professor Alberto Basset, e i progetti europei Pro-Coast (finanziato da Horizon Europe) e BlueDiversity (Interreg Italy–Croatia 2021–2027), entrambi guidati dal professor Pinna.
Questi progetti hanno l’obiettivo comune di costruire modelli di sviluppo sostenibile e replicabile per la Blue Economy, basati sull’integrazione tra conoscenza scientifica, innovazione tecnologica e collaborazione con i territori. «L’obiettivo complessivo della ricerca è quello di promuovere modelli di sviluppo sostenibile, replicabili e inclusivi» – sottolinea Pinna – «capaci di supportare la transizione verso una Blue Economy equa e resiliente, ponendo particolare attenzione al trasferimento della conoscenza tra ricerca, imprese e comunità locali».
La laguna di Acquatina, un living lab per la biodiversità
Il luogo scelto per testare e applicare le soluzioni del progetto è la laguna di Acquatina di Frigole, in provincia di Lecce, parte della rete Natura 2000. In quest’area, il Centro di Ricerca UniSalento ha sviluppato un vero e proprio laboratorio vivente dove si integrano attività di ricerca, didattica e terza missione.
Qui si sperimentano tecnologie sostenibili, strumenti di monitoraggio non invasivi e pratiche replicabili in altri contesti costieri del Mediterraneo. La laguna diventa così un esempio concreto di gestione partecipata del patrimonio naturale.
Formazione e impatto territoriale: una visione integrata
Il progetto non si limita all’ambito scientifico. Offre anche ricadute dirette per lo sviluppo del territorio e la formazione delle nuove generazioni. Grazie all’approccio interdisciplinare, vengono sviluppate competenze altamente specializzate nel campo della Blue Economy, della biotecnologia marina e del monitoraggio ambientale.
Le conoscenze prodotte alimentano pratiche di acquacoltura sostenibile, valorizzano il patrimonio ittico locale e favoriscono nuove opportunità economiche legate al turismo blu, alla gestione delle risorse e alla protezione ambientale.

La scienza al servizio del mare e delle comunità
Ricevere il premio della Levi-Montalcini Foundation ha un forte valore simbolico, non solo per il riconoscimento della qualità scientifica del progetto, ma anche per ciò che rappresenta. «Ricevere questo premio ci dà la motivazione per continuare a investire nella ricerca ambientale» – ha dichiarato il team – «e dimostra che la scienza può produrre soluzioni reali, con ricadute tangibili per l’ambiente e la società».
Una Blue Economy sostenibile nasce dalle idee dei giovani
Il progetto del team UniSalento è un esempio di come le nuove generazioni possano essere protagoniste della transizione ecologica del mare. Unendo innovazione tecnologica, sostenibilità e ricerca interdisciplinare, il lavoro condotto nella laguna salentina può diventare un modello replicabile per tutto il Mediterraneo.
Con un linguaggio scientifico ma accessibile, e con soluzioni concrete applicabili sul territorio, il progetto rappresenta una visione chiara e coraggiosa per il futuro della Blue Economy. E dimostra che il mare ha bisogno di giovani idee per restare vivo, ricco e sostenibile.