URBACT Good Practice 2025: il modello brindisino alla guida di una rete europea per la rigenerazione sociale e urbana
di Antonio Portolano
Brindisi conquista l’Europa con un progetto concreto, misurabile, replicabile. Le sue Case di Quartiere sono ora riconosciute come modello di “buona pratica urbana” dal programma europeo URBACT. Un traguardo di grande rilevanza strategica, che fa della città l’unica realtà del Sud Italia tra le dieci italiane selezionate per l’edizione 2025 del prestigioso riconoscimento europeo.
La conferma ufficiale è arrivata nella mattinata del 29 maggio 2025, durante l’Infoday organizzato da ANCI a Palazzo Granafei Nervegna. Un evento pensato per presentare il nuovo bando Transfer Network URBACT, in scadenza il 30 giugno, che offrirà a Brindisi l’opportunità concreta di candidarsi come città capofila di una rete europea dedicata allo scambio di esperienze sul tema della rigenerazione urbana e dell’innovazione sociale.

La tavola rotonda ha rappresentato un momento di riflessione e rilancio. Hanno partecipato la dirigente del Comune di Brindisi per la Programmazione e Sviluppo, Gelsomina Macchitella; il project manager delle Case di Quartiere, Davide Di Muri; Moira Rotondo, responsabile del Dipartimento politiche europee e cooperazione territoriale di ANCI; e Nicole Verzaro, National Contact Point ANCI. Insieme hanno analizzato il significato di questo traguardo e le prospettive future che apre non solo per Brindisi ma per tutto il Mezzogiorno.
Tra i protagonisti di questo successo, una menzione speciale va riconosciuta anche a Gelsomina Macchitella, dirigente del Comune di Brindisi per la Programmazione e Sviluppo, che ha contribuito in maniera determinante alla definizione strategica e all’attuazione operativa del progetto. E ancora Davide Di Muri, project manager,coordinatore e ideatore operativo della rete brindisina, ha saputo dare struttura e visione a un progetto che unisce partecipazione civica, inclusione, cultura e welfare di prossimità. Di Muri ha tradotto in metodo un’idea ambiziosa: trasformare spazi abbandonati o sottoutilizzati in motori attivi di sviluppo sociale.
Un modello che nasce dal basso e cambia la città
Le Case di Quartiere non sono semplici contenitori. Sono dispositivi complessi e articolati che nascono dalla collaborazione tra il Comune di Brindisi, il terzo settore e i cittadini attivi. In ognuna di esse si pratica quotidianamente un modello di co-gestione e co-progettazione: le associazioni che le gestiscono non erogano solo servizi, ma animano i quartieri, costruiscono legami sociali, promuovono cultura e capacità di impresa.

Il valore aggiunto di Brindisi è proprio nella dimensione di rete. Non si tratta di singoli spazi isolati, ma di un ecosistema urbano che connette realtà differenti con un’unica regia. Questa visione integrata è stata riconosciuta da URBACT come esempio virtuoso di come le città possano diventare agenti di cambiamento attraverso l’uso intelligente del proprio patrimonio pubblico.

I numeri della rete e la specificità dei luoghi
Attualmente, Brindisi conta dieci Case di Quartiere, già operative o in fase di attivazione: San Bao nel quartiere La Rosa è dedicata al benessere olistico, ai mestieri antichi e ai laboratori intergenerazionali, gestita dalla cooperativa sociale Naukleros. Palazzo Guerrieri – Molo12 nel centro storico è un hub di innovazione per le economie locali e lo sviluppo di competenze professionali. Ex Ferrante Aporti, nel quartiere Paradiso, ospita il progetto HOME LAB per ragazzi con autismo, curato da ANGSA Brindisi e Il bene che ti voglio. Accademia degli Erranti promuove eventi culturali e turismo lento, gestita dall’associazione Brindisi e le Antiche Strade. Casa della Musica è un centro per la produzione musicale e la formazione artistica. Minimus, in via Bastioni San Giorgio, si occupa di sostenibilità e educazione ambientale grazie al WWF. Parco Buscicchio a Sant’Elia è uno spazio polifunzionale per sport, cultura e inclusione sociale. Ex Centro Dinamicizzazione a Tuturano e Ex Supermercato Perrino sono in fase di attivazione e progettano attività su agricoltura, teatro, lettura e formazione tecnica. Infine, il CAG – Centro di Aggregazione Giovanile al quartiere Paradiso lavora sull’educazione alla legalità e alla convivenza, gestito da Solerin e Amani.

Eventi e formazione, la cultura che rigenera
Le Case di Quartiere sono centri di promozione culturale. Ospitano concerti, mostre, laboratori, letture pubbliche, eventi di quartiere. Organizzano festival come il “Festival delle Case di Quartiere”, contest musicali come “FOR MY HOOD”, o rassegne artistiche come “YeahJaSì! Brindisi Pop Fest”. Queste attività attraggono giovani e famiglie, rafforzano il tessuto urbano e promuovono la cittadinanza attiva.
Digitale, ambiente, artigianato: nuove competenze in città
Non solo cultura. Le Case offrono formazione pratica e innovativa. Laboratori di computer music, autocostruzione, data visualization, agricoltura urbana e sostenibilità. FabLab, design collaborativo, valorizzazione delle risorse locali. Ogni spazio è anche una scuola di competenze e futuro.

Inclusione, cultura, impresa sociale: gli assi strategici
Tre sono i pilastri del successo brindisino. Primo, l’inclusione: le Case di Quartiere accolgono persone fragili, giovani, donne, anziani, ragazzi con disabilità. Offrono servizi integrati e personalizzati che rispondono ai bisogni reali delle comunità. Secondo, la cultura: concerti, mostre, festival, laboratori artistici e performativi. La creatività è lo strumento per rafforzare il senso di appartenenza e creare opportunità di crescita. Terzo, l’impresa sociale: molte case offrono percorsi di formazione professionale e supporto all’autoimprenditorialità. Promuovono l’economia civile e collaborativa come leva di sviluppo.
Una rete in costante evoluzione
Non si tratta di un punto di arrivo, ma di un processo in continua trasformazione. Il Comune di Brindisi prevede l’attivazione di nuove Case in altri quartieri strategici e l’ampliamento dei servizi esistenti. Fondi nazionali ed europei sosterranno la crescita della rete e la sua stabilizzazione a lungo termine.
Intanto, si consolidano le relazioni con scuole, università, imprese e partner internazionali. Il progetto ha già avviato collaborazioni nell’ambito dei programmi Erasmus+ e Horizon Europe.

Un riconoscimento che parla al futuro
Il premio URBACT Good Practice 2025 non celebra solo un’esperienza di successo. Lancia un messaggio preciso: anche una città del Sud, spesso penalizzata nei grandi circuiti europei, può generare modelli di eccellenza.
Le Case di Quartiere di Brindisi sono una buona notizia. In un tempo segnato da emergenze e fratture sociali, rappresentano una risposta concreta e replicabile. Parlano di rigenerazione, ma anche di speranza. E ora parlano anche europeo.
L’impulso iniziale: un dato storico
Le Case di Quartiere di Brindisi sono nate come progetto di rigenerazione urbana e innovazione sociale promosso dal Comune di Brindisi. L’iniziativa è stata avviata tra il 2022 e il 2023 con l’obiettivo di valorizzare e mettere in connessione dieci spazi dislocati nel centro e nelle periferie della città, recuperando immobili sottoutilizzati o inutilizzati per trasformarli in luoghi di inclusione, aggregazione e servizi per la comunità.

Il progetto ha preso forma concreta durante il mandato del sindaco Riccardo Rossi, che ha partecipato attivamente alla presentazione ufficiale nel 2022 e ha sostenuto lo sviluppo della rete, anche attraverso il finanziamento regionale del POR Puglia 2014-2020. Il coinvolgimento di numerose realtà associative e la partecipazione diretta dei cittadini hanno reso possibile la costruzione di una rete coesa, oggi riconosciuta a livello nazionale ed europeo come modello innovativo e replicabile.